Antonio Rossi
Poeta. Nasce nel 1952 a Maroggia (Canton Ticino), ha studiato letteratura italiana alle Università di Friburgo (Svizzera) e di Firenze.
Si è occupato di poesia italiana del Quattro-Cinquecento. Ha tradotto alcune opere di Robert Walser, figura che fa parte dell’immaginario di tutti i lettori.
Rossi, istintivamente sembra immergersi nelle icone delle grandi creazioni pittoriche - verso la presenza dell’Altro, e registra, nel pennello della scrittura poetica, la linea che più si approssima all’enigma, e poi torna, la riscrive quasi fosse solo un tratto, cui vi si intersecano altre linee indecifrabili con versi che fanno luce su una luce che trasforma tutto in poesia.
Così leggiamo in Diafonie (Milano, All’Insegna del Pesce d’Oro di Vanni Scheiwiller, 1995, prefazione di Stefano Agosti), la poesia Un tappeto accoglie:
Un tappeto accoglie
ipotesi, negazioni, affanni
tornati, è l’ultimo aggancio prima del tuffo
nell’oscuro spazioso, nel giorno del foro
che aspira; e di nuovo la sola
caligine e una morsa
o altro che stringe
ascelle, una gola
e le gote non più simili
al colore del minio.
(Antonio Rossi)
Patrizia Trimboli
docA.Rossi 1
- Antologia poetica
da Ricognizioni, Bellinzona, Casagrande, 1979 (2a ed. 2001), prefazione di Giovanni Raboni
Movimenti di gru
A séguito di una vigorosa tensione
di cavi e di successivi allentamenti
il braccio orizzontale si spostò
con rotazione, rispetto a noi
spettatori in un certo senso avvinti,
di pochi gradi; e di altri pochi,
e senza apparenti intoppi,
solitamente si mosse poi, salvo
temporanei guizzi di ampia portata,
in direzione di padiglioni o antenne.
© Edizioni Casagrande, Bellinzona
Rimozione di polline
Erano così singolarmente distribuiti
sopra il tavolino delle riviste
gli infinitamente minuscoli,
com’è abitudine designarli,
granelli di polline caduti e riuniti
a formare infine consistenza
di fragili aggregati in un canto
e di isolati corpuscoli dall’altro
e così fuori dell’ordinario era la compiutezza
suggerita da tale loro disposizione
che assai smarrito e con vero senso di rincrescimento
presi atto, a un certo momento,
della loro accidentale rimozione.
© Edizioni Casagrande, Bellinzona
da Diafonie, Milano, All’Insegna del Pesce d’Oro di Vanni Scheiwiller, 1995, prefazione di Stefano Agosti (“Acquario” 228)
Un tappeto accoglie
ipotesi, negazioni, affanni
tornati, è l’ultimo aggancio prima del tuffo
nell’oscuro spazioso, nel giorno del foro
che aspira; e di nuovo la sola
caligine e una morsa
o altro che stringe
ascelle, una gola
e le gote non più simili
al colore del minio.
© by Vanni Scheiwiller, Milano
Da quale interrato, teca
o plico affiorano o scivolano
ritagli di cui si constata
il numero, la misura ineguale,
la facile mobilità oppure
una lamella, una superficie
cesellata e frondosa, pupille
appuntite, un contorno
separato, un ravvolgimento,
uno spicchio nodulato.
© by Vanni Scheiwiller, Milano
A estensive fluttuazioni
di perimetri dove si agglomerano
una lince con chioma, un multiplo
istigare affacciarsi
escludere, dei rapaci
folleggianti e
incroci, appoggi, fragili
adesioni o a sensibili
vaporizzazioni sarà forse
imputabile questo suasivo
pertinace scompiglio.
© by Vanni Scheiwiller, Milano
Metalli spruzzati o sfregati
e spatole ampie e cunei
non adattabili e cordini decisamente
annodati o un set
di capsule di cui
una verde smeraldo, una glauca, una scarlatta
e un caseggiato senza più gridi
e un elenco senza più
nomi possono oggi
confondersi o involarsi.
© by Vanni Scheiwiller, Milano
I titolari del sito rimangono a disposizione per gli eventuali diritti sui testi pubblicati.
da Sesterno, Castel Maggiore-Bologna, Book Editore, 2005
Svuotata ogni abitazione
di merci e personaggi e aboliti
pilastri e rinzaffi e disattivata
ogni annessa scorreria
ciò che trapela e agguanta
non è la vista di abnormi
gigli né il percuotere
cupo di un ospite
sgradito non l’esclusivo
permanente invito.
© by Book Editore
Calibra fissa
lambisce sbanda
transige dista
frappone intrude
distorce scansa
omette svia
trafuga latita
ricusa esclama
cifra dissipa
effigie sforma.
© by Book Editore
Un frutto da un piatto
levato e in altra stoviglia
depositato perché più avida
fauce più a lungo possa
gioire è causa di sorpresa
dissenso protesta quando
non di mestizia e la nera
bisaccia cosa non ospita
nei fidati ripostigli.
© by Book Editore
Filo blu orno
stringe spago principiante
salva nylon frangendo
a chiave di violino aspetto
dà e torti strumenti
dormono confitti
nei dipinti reticoli
che bocca sottile
neglige o tenta
e manica forcipe nappa
inzuppata deflagrano fanno
spedita mescola.
© by Book Editore
da Brevis altera, Ro Ferrarese, Book Editore, 2015
Lucernari di obsoleta
foggia e botole a distanza
orientabili e finestre tortuose
o a bilico e remoti
sfiatatoi nonché solai
a prova di cardine spalancati
con vortici opportuni e sparpagliato
soffio lontano sospingano il piombo
ovunque depositato.
© by Book Editore
Pochi disegni sull’acqua
sospesi forse davvero bastano
specie se un minuzioso giunco
quasi da garante fa
mentre ha una catasta
di panneggi e grafie
intrinseco equilibrio
che polvere sull’asfalto disseminata
o torso da spiovente respinto
incrina o devasta.
© by Book Editore
Prevale il silenzio:
timori e pericoli
si faranno più sicuri
e visioni più esplicite
o lesive
se prima con bisbiglio
parole dispendiose
in severa lingua
torneranno.
© by Book Editore
Senza ostacolo si giunge
fuori mano per scoprire
lamine desuete o un refe
strappato e oltre tenue
discesa ornamenti e fogliame
da maltempo trascinati
nel sottinteso luogo dove
indugio non è pensato.
© by Book Editore
Sommario
da Ricognizioni (1979)
Movimenti di gru
Rimozione di polline
da Diafonie (1995)
Un tappeto accoglie
Da quale interrato, teca
A estensive fluttuazioni
Metalli spruzzati o sfregati
da Sesterno (2005)
Svuotata ogni abitazione
Calibra fissa
Un frutto da un piatto
Filo blu orno
da Brevis altera (2015)
Lucernari di obsoleta
Pochi disegni sull’acqua
Prevale il silenzio:
Senza ostacolo si giunge
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