Frammenti in poesia costruiscono uno con l’altro una silloge di istantanee di vita, di solitudini, paure, atti d’amore che creano i cardini d’una poetica in cui affiora il lavoro che, giorno per giorno, cerca di cogliere i segni del tempo, il mormorio di una infinità interiore.
Massimo Cacciari di Cento zoccoli”: “Bei pensieri e bei versi”.
Il fascino è un’esperienza in cui la poesia va scoprendo la parola della vita. Un modo di errare per accedere al senso, accogliere il tempo, per nascere negli addii e da luci spente.
“Come sono strane queste tue mani che cercano la voce, che mi portano via.
Come ho amato le pagine della tua opera, tremanti nelle mie -
stringendo emozione e gioia e infinito dentro di me, come ti ho amata
nel tuo enigma, intimità del grande silenzio, di mezza luce, intagliata nella parola -
scritta in questa raccolta di poesia –
Cento zoccoli, Cento zoccoli, in quanti sogni.”
Patrizia Trimboli, sociologa e poeta
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