Ando Gilardi, (1921-2012) iniziò ad interessarsi alla fotografia nel 1945, quando a Genova si occupò, per conto di una commissione d’inchiesta, della ricerca, riproduzione e restauro di immagini del conflitto, e in particolare di quelle inerenti ai crimini nazi-fascisti, per la documentazione giudiziaria ai fini processuali. La guerra lui l’aveva vissuta in prima persona, come partigiano di montagna nelle zone di confine tra Piemonte e Liguria, nonostante una parziale invalidità dovuta alla poliomielite contratta da bambino, che lo dispensava dagli obblighi di leva. Negli anni ’50 concepì l’idea della Fototeca che divenne realtà nel 1959 a Roma, dove Gilardi lavorava come giornalista e fotografo etnografico per varie testate, fondandola con la moglie Luciana. Nel 1969, la sede della Fototeca fu trasferita a Milano, dove iniziarono nuove e prestigiose collaborazioni, nonché nuovi progetti editoriali come Photo 13, Phototeca, Storia Infame, periodici che furono pubblicati dal 1969 al 1989. Nel 1979, Gilardi ideò il gruppo Foto/gram, cominciò a tenere corsi itineranti di fotografia in tutta Italia, pubblicò manuali e saggi, creò Nel 1993 Ando Gilardi si trasferì con la moglie nel Monferrato, da dove continuò a lavorare, ad allestire mostre e a scrivere di fotografia. Nel 1995 dalla sua casa-laboratorio realizzò come Fototeca e con una équipe di storici La Gioconda di Lvov. Immagini Spontanee e testi relativi ai fatti dello sterminio, una mostra che lui definiva diversa: «più che altro un nuovo sistema di comunicazione da parete» dove le immagini venivano associate ai brani dei testi storici che raccontavano gli eventi, in questa occasione ha scritto la frase citata in apertura.
Fu uno dei primi fotografi a confrontarsi con la fotografia digitale, a usare un canale You Tube e i social network per comunicare con il mondo ed esprimersi sulla società contemporanea.
Del gruppo Foto/gram facevano parte le sorelle Elena e Patrizia Piccini, che possiamo considerare le attuali custodi della Fototeca Storica Nazionale, oggi Fototeca Gilardi, il cui archivio è costituito da 500.000 immagini – tra fotografie, fotocollografie, litografie, cromolitografie, xilografie, calcografie, dipinti e documentazione editoriale. Ci sono immagini d’epoca, riproduzioni di opere d’arte, fotografie prese dalla realtà, copertine, prime pagine di giornali, pubblicità, un patrimonio iconografico davvero unico.
la Tri-camera Obscura, una sorta di fotocamera di cartone che utilizzava per insegnare.