Nasce da madre svizzera e padre italiano a Chêne-Bougeries (Ginevra) il 13 ottobre 1947.
Siamo un anno dopo la pubblicazione del Manifiesto Blanco di Lucio Fontana, un maestro ideale, il punto di riferimento per quella che Avalle sentirà come un’eredità artistica da sviluppare.
E lo farà accogliendo nel famoso “taglio della tela” l’indicazione di un’ulteriore dimensione dello spazio. Intraprenderà quindi concretamente il suo percorso artistico ‘oltre Fontana’ attraverso il metacrilato (plexiglas), materiale plastico con proprietà di trasparenza e opacità, che nasconde e rivela uno spazio oltre la tela.
Affascinato dalla complessità dell’opera di Leonardo, non dimenticherà mai la valenza anche progettuale del disegno che negli anni diventerà “stratigrafico”.
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Studio anatomico per ATLANTA OPUS EPICUM
ATLANTA OPUS EPICUM
1981 – 1982
Struttura stratigrafica in plexiglas
L’opera segna un traguardo importante: è la rappresentazione tridimensionale di un corpo psicosomatico luminoso, risultato di una serie di lunghi studi preparatori – di anatomia e di autori come Freud e Lacan – e preceduto da disegni e opere su singoli organi. Nasce dalla visione per me sconvolgente del Cristo dell’Altare di Isenheim a Colmar, si incrocia con la fascinazione per i movimenti di Lindsay Kemp che suggeriscono l’immagine di un astronauta, e apre a una nuova fase di rappresentazione del corpo umano, in particolare quella degli “olotratti’”.