Nasce a Curzola in Dalmazia il 28 febbraio1916, figlio di un grafico e illustratore della Secessione viennese e di una musicista. Si trasferisce con la famiglia in Italia nel 1918 quando il padre diventa docente alla Scuola del libro della Società Umanitaria di Milano e dal 1922 all’Università di arti decorative, poi Istituto superiore di industrie artistiche (ISIA) presso la Villa reale di Monza.
Si laurea in Scienze politiche in Università Cattolica a Milano nel 1940. Combatte in Marina durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra svolge la professione di funzionario della Montecatini in Italia e all’estero. Autodidatta, inizia a fotografare con una Rolleiflex a Milano nel 1953 affermandosi precocemente fra gli esponenti della fotografia italiana del Neorealismo ma non sceglie il professionismo, diversamente dai coetanei Paolo Monti e Pietro Donzelli.
Alla fine degli anni Cinquanta è tra i fondatori del circolo fotografico Il Naviglio, nato da una scissione polemica dei fotoamatori più impegnati dal Circolo Fotografico Milanese.
Dal 1958 è EFIAP (Excellence FIAP, Fédération internationale de l’Art Photographique, Berna).
Nella seconda metà degli anni ’50 trascorre una stagione di lavoro a Londra.
Con Estate a Hyde Park vince il I premio alla V Mostra di fotografia nazionale a Lissone nel 1957.
È premiato alla Mostra fotografica nazionale Premio Città di Sondrio - Circolo cinematografico sondriese nel1956: alla Mostra nazionale di fotografia narrativa di Piombino e alla Mostra del Circolo fotografico padovano nel1957, alla Mostra sulla vita agricola di Torino nel 1958, al V Concorso internazionale fotografico ‘Orso d’oro’ - Cine Club Biella nel 1960, al Concorso fotografico di Viareggio nel 1960, alla Mostra del Ritratto dell’Associazione fotografica bergamasca nel 1961.
Sue immagini fotografiche appaiono su Vita fotografica, Torino 1957, Progresso fotografico, Milano 1958, Magnum, Colonia 1958, Photo Montpellier 1959 (Pomeriggio a Hyde Park), Storia illustrata (Cava in periferia è foto del mese di luglio 1960).
Con il collega fotografo Tranquillo Casiraghi promuove in Villa Zorn a Sesto san Giovanni il Convegno Nazionale di fotografia nel contesto della II Mostra di fotografia Città di Sesto.
Tra il 1960 e il 1965 Zovetti è membro della giuria della F.I.A.F. (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e interviene frequentemente in modo critico e talvolta polemico nel dibattito dell’epoca: tra gli articoli La responsabilità in fotografia, Crisi o rinnovamento? in cui fa il punto sulla situazione italiana sostenendo la necessità di puntare su criteri che favoriscano la qualità nell’arte della fotografia.
Tra i riconoscimenti internazionali lungo gli anni ’60 riceve quello del gruppo di Nouveau Réalisme di Pierre Restany.
È invitato alla rassegna Fotografi milanesi d’oggi a cura di Franco Russoli in Palazzo Olivetti, Milano 1958; a Giovane fotografia italiana coordinata da Italo Zannier, Parigi 1959; al Festival de la photographie italienne di Montpellier,1961.
Nell’arco di un decennio Zovetti trascorre dalle fotografie pienamente neorealiste, scattate in centro e nelle periferie di Milano e Londra, a immagini di una sperimentazione accentuata che diverrà caratteristica della sua ricerca.
Nel 1962 allestisce la personale Forme casuali con scatti relativi alle macerie della guerra presso la Galleria Libreria Salto di Milano in via Visconti di Modrone. Le immagini, di straordinaria forza e vitalità, suscitano reazioni positive: il critico André Bloc ne pubblica varie su Aujourd’hui. L’avant garde de la création plastique, Parigi, n. 37, 1962.
Nel 1997, il volume Ugo Zovetti. Monte Stella, Edizioni Fumagalli, Bergamo, censirà e ricostruirà il lavoro del fotografo sul luogo alla periferia ovest di Milano, già discarica a cielo aperto dopo la guerra. Se ne evince la poetica dell’objet trouvé, metafora della stessa operazione della fotografia sul reale: la presenza di bambole e manichini suggerisce una prossimità al surrealismo e al New Dada, e il collimare sul magma di scarti dei processi industriali accosta l’artista ai modi dell'informale, per un’estetica dell’organico. La mostra delle relative immagini, recensita a livello nazionale (tra gli altri G. Tani, Il foto amatore, Fiaf, n. 7-8, 1998) è riproposta alla galleria Peccolo a Livorno nel 2000.
La città di Milano in continua trasformazione costituisce ancora lo scenario per il lavoro fotografico di Ugo Zovetti lungo gli anni ’80 e ’90 fino ai 2000, in serie intitolate: Milano centro, Vetrine, Manifesti, Graffiti. Tali immagini trascendono immediatamente il luogo per diventare icone della contemporaneità, senza retorica alcuna.
A fianco, un’ampia sezione di lavori di nuovo dichiaratamente sperimentali di Collages e assemblages: “fotopitture” secondo la definizione di Zovetti stesso, che utilizzano sfondi pittorici realizzati da lui stesso, ispirati alle carte dipinte dal padre. Le serie portano i titoli di Homo, Luogo Incantato, Il reale non basta, Nature morte, Volti su murales, Bulk.
Alcune delle serie citate sono realizzate nella discarica vicino a San Menaio in Puglia, negli anni ‘80 e ‘90 con una messe in scena che gioca con il filtro dell’acqua, con pellicole plastiche e riflessi: tali lavori evocano una realtà fluida e frammentaria. La costante implementarità dell’immagine, la trasgressività degli accostamenti, la definizione di microcosmi e la loro destrutturazione attestano il concetto di morfogenesi che sottende l’estetica del fotografo.
Ancora lungo gli anni ’80-90, in occasione di vari viaggi, Zovetti documenta con oltre un centinaio di diapositive a colori 6x6 i graffiti e i murales nella città di San Paolo del Brasile.
Fotografie scattate a Londra nel 1960 appaiono nella mostra View from abroad: world Capitals by postwar italian photographers, Keith de Lellis Gallery, New York, autunno 2001.
Tra il 2002 e il 2003 fotografie vintage di Ugo Zovetti sono acquisite dalle collezioni del Museum of fine Arts di Houston, dalla Benham Gallery di Seattle, dalla J. Gallery di Houston e dalla University of Texas di Austin.
Nel 2003-2004 Zovetti è invitato alla rassegna a cura della Fiaf Gli anni della dolce vita: tendenze della fotografia italiana al Museo Carlo Biscaretti di Ruffia, Torino.
Nel 2005 fotografie di Zovetti sono selezionate per la mostra Anni Cinquanta in Palazzo Reale a Milano e per la rassegna La strada. Italian street photography, Introduction by Vicky Goldberg. Edited by Keith De Lellis Gallery N.Y. & Damiani, Bologna 2006.
Mostre antologiche hanno presentato il complesso delle sue opere: Photo Show. Milano 55-05, Urban Center, Comune di Monza, 2006 e Homo. Un’avventura fotografica, Rocca di Soncino, 2007, a cura di Alberto Crespi; Metamorfosi di una città. Milano 1958-2008 presso il Centro Culturale di Milano, 2008 a cura di Enrica Viganò. Ugo Zovetti muore a Milano il 1 gennaio 2010 Mostre postume: “Ugo Zovetti, Homo. Riflessioni su un motivo arcano”, a cura di A. Crespi e S. Tonutti, Saletta Reale, Monza 2010; “Bianco e Nero. Ugo Zovetti fotografo a Milano 1990 – 2010” a cura di Silvia Paoli, Sala conferenze
Civico Archivio Fotografico – Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” Milano, 2012. Opere di Ugo Zovetti sono inserite nella mostra NeoRealismo: The New Image in Italy, 1932-1960, a cura di Enrica Viganò, Grey Art Gallery, New York University, 2018, organizzata da Admira, Milano, mostra recensita a livello internazionale in seguito alla quale una fotografia di Zovetti è stata acquisita alle raccolte del Metropolitan Museum affiancando la donazione di alcune opere.
L'archivio (positivi, negativi, documenti) relativo all'attività fotografica di Ugo Zovetti è stato donato dagli eredi al Comune di Milano nel 2011 pervenendo al Civico Archivio Fotografico (Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Comune di Milano).
Il fondo consta di 2785 fototipi, suddivisi fra 626 negativi e 2159 positivi stampati di persona dal fotografo in bianco e nero su carta alla gelatina sali d'argento per una precisa scelta artistica che caratterizza tutta la sua opera. Risultano ordinati in cartelle dallo stesso fotografo secondo una suddivisione di tipo tematico che delinea vere e proprie serie. I soggetti della raccolta sono: negli anni Sessanta: street photography - Milano - centro e periferia; lungo gli anni Ottanta - Duemila: street photography - Milano - centro; fotografia artistica: collages, assemblages, vetrine, manifesti, graffiti.
Il lavoro di riordino e di catalogazione del fondo è in corso, con il sistema S.I.R.BeC della Regione Lombardia che segue gli standard ICCD per la scheda F. Costanti aggiornamenti dei dati sono effettuati parallelamente al progredire degli studi relativi al fondo, con immissione delle relative immagini digitali nel sito dei Beni culturali della Regione Lombardia.
Bibliografia e sitografia
Meneguzzo Marco, a cura di, Ugo Zovetti, Monte Stella. Fotografie, Edizioni Stefano Fumagalli, Bergamo 1997. Viganò Enrica, a cura di, NeoRealismo. La nuova immagine in Italia 1932-1960. Admira editoriale, Milano 2006, pp. 144-145, 200, 281 (Ugo Zovetti: da interprete del neorealismo a maestro della fotografia contemporanea). Guasti Federica, Ugo Zovetti fotografo, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, a.a, 2005 – 2006.
Viganò Enrica, Doninelli Luca, a cura di, Ugo Zovetti, metamorfosi di una città. Milano 1958 - 2008, Milano, CMC & Admira edizioni, 2008. Viganò Enrica, a cura di, NeoRealismo: The New Image in Italy, 1932-1960, introduzione di Martin Scorsese, DelMonico Books-Prestel, New York / Admira edizioni, Milano 2018.
Regione Lombardia - Catalogo delle Fotografie conservate in Lombardia: istituti di conservazione:
www.lombardiabeniculturali.it>fotografie>istituti di conservazione.